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Il sindaco di Montevarchi: "Anci, basta ideologie. Sì al decreto sicurezza"

Silvia Chiassai Martini: "Adesso ci sono più certezze nella gestione dell’immigrazione. Necessario un profondo rinnovamento nell'associazione dei comuni, senza condizionamenti politici”

"L’Anci dovrebbe rappresentare tutti i Comuni italiani, indipendentemente dalle espressioni ideologiche dei singoli governi locali" – afferma il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, che si schiera a difesa del decreto sicurezza del Governo e invoca un rinnovamento dell'Associazione che raccoglie tutti i comuni italiani.

L’ultima uscita sul decreto sicurezza conferma invece quanto l’associazione assomigli più a un “circolo ristretto” dove le decisioni non scaturiscono dal confronto ma da motivazioni di ordine politico. Constatata la distanza con gli interessi dei territori, il Comune di Montevarchi non ha rinnovato da questo anno la quota associativa ritenendo necessario lanciare un percorso verso “Anci 2.0” con l’obiettivo di un profondo rinnovamento.

Non condivido le posizioni di alcuni colleghi sindaci contro il decreto sicurezza del Governo che è intervenuto per introdurre certezze nella complicatissima questione dell’immigrazione. La mia indignazione si rivolge a un sistema di accoglienza perpetuato fino ad oggi nel completo disinteresse dell’Europa e che ha alimentato disagio sociale, insicurezza e business per certe realtà cooperative.

Lo confronto invece con le richieste quotidiane dai nostri concittadini per la messa in sicurezza del patrimonio pubblico, delle scuole, del territorio, per il funzionamento dei servizi, per la dotazione di case popolari. Sono queste le priorità di cui un sindaco si deve occupare e a cui è chiamato a dare risposte. La gestione incontrollata dei flussi migratori ha finito solo per equiparare i rifugiati con i migranti economici scaricando i costi gestionali, sociali e di sicurezza sulle comunità locali anche a scapito dei processi di integrazione. Questo non possiamo più permettercelo.

Non ritengo che sia disumano revocare la protezione umanitaria a chi, ospite nel nostro Paese, commette reati, anzi è criminogeno il contrario. Da sindaco mi sono sempre spesa per avere una maggiore autonomia di intervento su ordine pubblico e decoro urbano con controlli sulle abitazioni e su aree comuni. Con l’estensione del daspo urbano, sarà anche possibile multare, allontanare o proibire l’accesso in aree urbane su cui si trovano presidi sanitari, su cui si svolgono fiere, mercati e pubblici spettacoli. Il decreto sicurezza è uno strumento normativo che finalmente ha favorito quel cambio di fronte auspicato. E’ giusto accogliere nelle comunità chi ne ha realmente diritto e chi rispetta le regole.

Per questo motivo non approvo che un sindaco dichiari pubblicamente di non rispettare una legge dello Stato quando egli stesso, per legge, assolve i compiti di rappresentante del governo nel territorio. Mi chiedo come questi sindaci potranno rivolgersi ancora ai giovani e alla cittadinanza, a cui casomai hanno richiesto di firmare la petizione dell’Anci per la reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole, quando in realtà sono i primi a non rispettare le istituzioni e le norme facendo appello alla disubbidienza civile.

A Montevarchi abbiamo sempre applicato tutte le leggi, anche quelle che potevano piacere di meno. Un sindaco, infatti, non utilizza l’ente per propri fini propagandistici o elettorali ma agendo sempre nell’interesse generale”.     

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